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CORDONE OMBELICALE: PERCHé LE DONAZIONI DIMINUISCONO?
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Intervista Presidente Nazionale Adisco - VanityFair




Cordone ombelicale: perché le donazioni diminuiscono?

Per la Società Italiana di Neonatologia, la donazione del sangue cordonale è un atto di altruismo indolore e gratuito. L'ADISCO ci ha spiegato come funziona

Alcuni gesti semplici hanno talvolta il potere di produrre effetti incredibili. La donazione del cordone ombelicale è uno di questi, ma molte donne non sono consapevoli di questa possibilità. È un dato che emerge dando uno sguardo ai dati del 2017. A fronte degli oltre 450mila nuovi nati, sono state appena 12mila le unità di sangue cordonale raccolte secondo il Centro Nazionale Sangue. E nell’ultimo quinquennio sono calate addirittura del 47%: nel 2013 erano oltre 22mila. Un dato sorprendente se si pensa che la donazione è indolore e non comporta costi, se non quello del tempo da dedicare alla compilazione di alcuni moduli.

Come funziona il prelievo del sangue cordonale che spesso suscita timori forse ingiustificati? «La procedura non è invasiva né per il neonato né per la gestante» spiega il dottor Giuseppe Garrisi, presidente dell’Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale (ADISCO). Il clampaggio – la procedura di legatura – del cordone inizia dopo un minuto dalla nascita, evitando così qualsiasi possibile controindicazione per il neonato per il quale il sangue che scorre nel cordone in quei frangenti è ancora importante. Trascorso il primo minuto, si procede a isolare con dei “morsetti” un tratto del cordone e si procede con il prelievo che avviene «lontano dal nascituro, utilizzando una sacca sterile». Questa procedura, per assicurare un’efficace donazione, dovrebbe avvenire comunque poco dopo il primo minuto di vita del bambino. Il sangue raccolto viene poi inviato a una delle 18 banche pubbliche di sangue cordonale.

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Una procedura nella quale il neonato non corre rischi. A confermarlo è anche il professor Fabio Mosca, direttore della Società Italiana di Neonatologia (SIN) e ordinario di pediatria all’Università degli Studi di Milano. «I rischi sono inesistenti, i vantaggi enormi. La donazione è un atto di altruismo che produce giovamento per tutti. La SIN sostiene in modo convinto la donazione allogenica. Questo termine indica la messa a disposizione della collettività del sangue cordonale, conservato presso banche del sangue pubbliche che rispondono a criteri stabiliti dal ministero».

Il sangue cordonale è prezioso soprattutto per le cellule staminali di cui è ricco, analoghe a quelle del midollo osseo. Se non viene donato, il cordone viene banalmente buttato. Dando il consenso alla donazione si può quindi mettere a disposizione una risorsa preziosa in diversi casi.

Innanzitutto per i bambini prematuri, per i quali la donazione di «sangue cordonale può essere un salva vita. Ogni cordone può fornire dai 20 ai 60 cc di globuli rossi fetali che, se trattati e conservati in modo adeguato, possono essere trasfusi ai neonati pre-termine. Le quantità sembrano piccole, ma va ricordato che per trasfondere un neonato di 1000 grammi, bastano 20 cc di globuli rossi concentrati» spiega Garrisi.

C’è inoltre una lunga lista di patologie per cui il sangue cordonale presenta vantaggi scientificamente provati. Fra queste, diversi tipi di leucemie e di linfomi, ma anche errori e disordini congeniti.

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Alcune gestanti si domandano se siano idonee alla donazione. Dubbio legittimo che si può tuttavia dissipare facilmente. «Per donare occorre essere in buone condizioni di salute per minimizzare il rischio di trasmettere malattie al ricevente. Come per le donazioni di sangue occorre verificare che non ci siano stati comportamenti a rischio. Per questo la coppia dei futuri genitori provvede alla compilazione di un questionario anamnestico con il quale il centro di raccolta presso cui la gestante partorirà, potrà verificare l’idoneità alla donazione della coppia» conclude Garrisi. Altri motivi che possono impossibilitare la donazione li trovate nella Gallery.

Se donare il sangue cordonale è un gesto di altruismo gratuito e indolore, perché le donazioni diminuiscono? Secondo Mosca un motivo potrebbe essere pratico. Il prelievo deve avvenire secondo una procedura precisa. «Se il clampaggio avviene molto dopo il primo minuto, si riduce la quantità di sangue raccoglibile».

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A questo si aggiunge anche il fatto che il sangue cordonale è ultimamente oggetto anche di un’altra scelta: la raccolta e conservazione autologa. «Il sangue cordonale viene prelevato per un futuro uso personale del neonato. È una raccolta che i malinformati erroneamente considerano una sorta di “assicurazione sul futuro del bambino”». La legge italiana non consente la conservazione autologa nelle banche del sangue pubbliche. E così alcune neomamme, a pagamento, lo inviano e conservano presso banche del sangue estere. «Noi, come società scientifica, sconsigliamo vivamente questa pratica» conclude Mosca.

Fonte: VanityFair.it