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IL FUTURO DELLE STAMINALI DA SANGUE CORDONALE: LA SINDROME DA OCCHIO SECCO
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Il collirio a base di siero da sangue cordonale (Cord Blood Serum – CBS)





IL FUTURO DELLE STAMINALI DA SANGUE CORDONALE

“ A life that is Born makes life grow. Cord Blood: current experiences and future programmes” , a Milano il 6 e 7 giugno, un incontro internazionale , organizzato dalla Milano Cord Blood Bank e promosso dalla Fondazione internazionale Menarini, dai Lions con il patrocinio di ADISCO, OMCeO, SIMTI e SIdEM, ha ospitato relatori di fama internazionale e ribadito l’efficacia del sangue cordonale come fonte di staminali per emocomponenti di uso topico, come per alcune applicazioni in medicina rigenerativa. Reporter d’eccezione per Adisco e anche relatrice, la dottoressa Marina Buzzi, Responsabile della Banca di sangue cordonale dell’Emilia Romagna.

Ha aperto i lavori Eliane Gluckman che ha descritto lo stato dell’arte sull’utilizzo del sangue cordonale in Europa e nel mondo, confermando il valore dello stesso come fonte di cellule staminali ematopoietiche per il trapianto ed aprendo nuove prospettive di banking di cellule espanse e selezionate.
Il Dr. Paolo Rebulla, chairman dell’incontro, ha presentato il progetto italiano sul Cord Blood Platelet Gel (CBPG) ed i relatori successivi hanno mostrato dati sulla caratterizzazione di questo prodotto da sangue cordonale e il suo utilizzo nei pazienti nell’Epidermolisi bollosa e nelle ulcere diabetiche.
E’ stata di grande interesse la Tavola rotonda, con relatori da tutto il mondo, che ha definito lo stato dell’arte nel trattamento delle ulcere cutanee non solo in pazienti diabetici (incidenza del 5-10% ), ma anche in pazienti con Sickle Cell Disease o altre emoglobinopatie (incidenza del 9 al 20%). L’utilizzo del CBPG nella cura di tali ulcere ha dunque aperto prospettive di applicazioni cliniche più estese.
Infine è stato trattato un altro ambito clinico nel quale il sangue cordonale può dare interessanti contributi: le patologie della superficie oculare tra cui la Sindrome da occhio secco (relazione in allegato).
La DES è una patologia molto comune, che porta a potenziali danni alla superficie oculare e conseguenti difetti epiteliali corneali persistenti, anche molto gravi, quando non viene trattata adeguatamente. La DES in molti casi è secondaria a gravi patologie come la Graft Versus Host Disease (GVHD) dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche e la Sindrome di Sjogren. Sostituti lacrimali (comunemente denominati lacrime artificiali) sono il trattamento di prima linea, ma in questi presidi purtroppo mancano i componenti biologicamente attivi presenti nelle lacrime naturali.
Colliri derivati dal sangue (biological eye drops) sono diventati un trattamento relativamente comune per le forme più avanzate di occhio secco; il razionale del loro utilizzo si basa sul loro contenuto in fattori di crescita (Growth factors, GFs), che hanno un ruolo importante nella regolazione di molti processi coinvolti nella normale guarigione di un danno corneale e i livelli dei quali sono viceversa assai ridotti nelle lacrime di pazienti affetti da DES. Storicamente il più utilizzato e proposto dai Medici Oculisti, è il collirio preparato da siero di sangue periferico prelevato dai pazienti stessi (Autologous Serum, AS). Nonostante la sua relativa diffusione, una recente metanalisi della Cochrane foundation, ha dimostrato come i risultati conseguiti dopo trattamento con AS non siano omogenei per quanto riguarda il miglioramento sia di sintomi che di parametri clinici, ma soprattutto sono basati su studi clinici con ridotti numeri di casi trattati e con disegni non controllati e randomizzati.
Un altro collirio preparato a partire dal sangue periferico prelevato dai pazienti, ricco in GFs, è quello a base di PRP ( Platelet Rich Plasma) il cui utilizzo sta aumentando soprattutto nei Centri specializzati per il trattamento della DES grave. Anche in questo caso, nessuno studio controllato e randomizzato è stato eseguito per mostrarne la reale efficacia.
Più di recente, sono stati introdotti trattamenti da fonti omologhe, come il collirio a base di siero da sangue cordonale (Cord Blood Serum – CBS) o a base di siero da sangue periferico di donatori adulti (Peripheral Blood Serum, PBS). La fonte omologa presenta indubbi vantaggi in termini di non invasività nei confronti del paziente, applicabilità anche in casi di patologie che compromettano il contenuto in citochine e GFs del sangue autologo, maggiore standardizzazione del prodotto, disponibilità teoricamente illimitata, e versatilità.
Gli studi ad oggi pubblicati non sempre riportano analisi del contenuto di GFs nei colliri utilizzati, e quegli Autori che hanno pubblicato tali risultati, non hanno comunque dimostrato alcuna correlazione tra risposta clinica e livelli di GFs. Questo dato potrebbe essere importante per impostare una terapia più efficace e mirata al fine di una corretta guarigione, poiché “troppo” non significa “meglio”.( Versura P, Buzzi M, Giannaccare G et Al. Blood Transfusion 2015).
Il nostro gruppo ha proposto, ed utilizza di routine, un protocollo standardizzato per preparare collirio da siero di sangue cordonale (CBS), in cui il contenuto in vari GFs (in particolare Epidermal growth factor, EGF) viene pre-determinato.
L’utilizzo del collirio CBS ha dimostrato una significativa riduzione dell’area di difetto epiteliale già dopo 15 gg di trattamento, unito ad un miglioramento della sintomatologia soggettiva (Versura P, Profazio V, Buzzi M et al, Cornea, 2013; Versura P, Buzzi M, Giannaccare G et Al. Blood Transfusion 2014).

Dott. Marina Buzzi- Responsabile ERBlood Cord Bank

Scarica:

Biological eye drops MI Buzzi 2015

Cornea Paper