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DONATORI DI MIDOLLO OSSEO, LA SARDEGNA E' PRIMA IN ITALIA
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Oltre 26mila gli iscritti al registro regionale, nel 2015 eseguiti 7 trapianti. Sangue cordonale, 2mila prelievi dal 2010




CAGLIARI. Sono oltre 26mila i potenziali donatori di midollo osseo nell’isola. Un dato record a livello nazionale, grazie al quale la Sardegna resta saldamente in testa alla classifica. L’indice è altissimo: 22,98% ogni mille abitanti rispetto alla popolazione residente di età compresa fra i 18 e i 55 anni (35 anni limite massimo per potersi iscrivere). In Italia sono presenti oltre 350 mila potenziali donatori facenti capo a 77 centri e 17 registri regionali.

E proprio il registro dell'isola, che ha sede nell'ospedale Binaghi di Cagliari, è stato il quarto nato a livello mondiale nei primi anni '90. Dal 1992 ad oggi 196 volontari sardi hanno già donato il midollo osseo a favore di pazienti, anche ricoverati in strutture nazionali, europee, del Nord America e dell'Australia.

Nel 2015 si sono iscritti oltre 1.600 nuovi donatori e sette hanno già donato le cellule staminali. Il 75% delle donazioni avviene attraverso il prelievo di sangue periferico (una sorta di lunga donazione di sangue) e non attraverso il prelievo diretto nella zona lombare.

Nella banca del sangue cordonale, nata nel 2010, sono stati effettuati, invece, circa duemila prelievi nei punti nascita della Sardegna. I dati sono stati illustrati, nella settimana in cui si celebra il raggiungimento dei 25 milioni di donatori, dall'assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, dal presidente dell'Admo (Associazione donatori di midollo osseo), Licinio Contu, dal responsabile del Registro regionale, Carlo Carcassi, e dal direttore della Banca di sangue cordonale, Marino Argiolas.

Per molti pazienti affetti da malattie ematologiche neoplastiche, come le leucemie, e non neoplastiche, come la talassemia, il trapianto di midollo rappresenta una valida possibilità di trattamento e guarigione. «Vogliamo ringraziare la generosità dei sardi che manifestano una straordinaria sensibilità in questo campo – ha detto l'assessore Arru – e il fatto che la Sardegna sia la prima regione italiana per potenziali donatori ci riempie d'orgoglio. A breve partiranno una serie di azioni per implementare le donazioni».

Secondo Contu «il numero di donatori è ancora insufficiente e la sensibilizzazione deve essere fatta tutto l'anno». «Le cellule staminali non si comprano e quindi – ha osservato Carcassi –serve un sistema sociale che supporta la comunità». Mentre Argiolas ha sottolineato che «con il sangue cordonale i neonati diventano donatori». Le donne in stato di gravidanza hanno infatti la possibilità,
comunicando la decisione per tempo, di donare il sangue del cordone ombelicale, che in passato veniva eliminato insieme alla placenta. Gli studi hanno dimostrato che il sangue il sangue cordonale è ricco di cellule staminali emopoietiche, simili a quelle presenti nel midollo osseo.

 

Fonte: LaNuovaSardegna.it