Comunicato stampa - Poste le basi per innovative terapie per la cura dell’infarto miocardico mediante utilizzo dei fattori prodotti dalle cellule staminali. I risultati dello studio pubblicato su due prestigiose riviste internazionali
Pavia, 26 marzo 2014 - Il team diretto dal cardiologo Massimiliano Gnecchi, docente dell’Università di Pavia, ha dimostrato che è possibile derivare dalla placenta umana cellule staminali di origine fetale che sono in grado di curare il danno da infarto miocardico.
Si tratta di un’importante scoperta nell’ambito della medicina rigenerativa traslazionale che permette cioè di essere trasferita in modo rapido nell’ambito clinico creando nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche avanzate. Nello specifico le scoperte del team guidato da Massimiliano Gnecchi sono due. Inoltre, i ricercatori pavesi hanno dimostrato che modificando le cellule staminali mediante piccole molecole chiamate microRNA è possibile migliorarne la loro capacità di differenziare in cardiomiociti, i mattoni che costituiscono il cuore. In particolare, hanno identificato due microRNA che, se somministrati contemporaneamente, sono in grado di aumentare fino a 5 volte il differenziamento in cardiomiciti delle cellule staminali, comprese le fetali derivate da placenta. E’ l’essenza della medicina rigenerativa: la possibilità di sostituire la parte di cuore morta in seguito ad infarto con nuovo tessuto cardiaco generato dalle staminali. La possibilità di poterlo fare con cellule fetali che non suscitano problemi etici rende la scoperta ancora più interessante. La speranza del Dott. Gnecchi è che questi risultati, riportati sulla prestigiosa rivista Stem Cells (2), possano aprire la strada verso processi rigenerativi del cuore più efficaci che in passato e a potenziali terapie per curare non solo l’infarto ma anche lo scompenso cardiaco, altra malattia cardiaca molto diffusa, invalidante e gravata da altissima mortalità. |