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Glaucoma, il collirio per trattarlo arriva dal sangue cordonale
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Il nuovo prodotto biologico, ricavato dal sangue del cordone ombelicale, protegge e ripara le cellule nervose coinvolte nel glaucoma. È stato brevettato da un team di ricercatori dell'Università di Bologna




È “il killer silenzioso della vista” perché non è raro che le persone non se ne accorgano. È la seconda causa di cecità al mondo e non esiste una cura definitiva. Stiamo parlando del glaucoma, una patologia degenerativa che provoca danni permanenti al nervo ottico che nel tempo possono portare ipovisione e cecità.

Un milione e 200mila persone in Italia (120mila solo nel Lazio) soffrono di glaucoma; 55 milioni nel mondo e si stima che potrebbero superare i 65 milioni nel 2020. I malati di glaucoma tendono alla depressione nell’11% dei casi a causa delle conseguenze invalidanti della malattia.

La speranza nella cura del glaucoma arriva dal sangue del cordone ombelicale. Al suo interno, infatti, un gruppo di ricerca dell’Unità di Oftalmologia dell’Università di Bologna ha individuato una serie di fattori di crescita in grado di contrastare la patologia. E così, ha creato un collirio rivoluzionario in grado di catalizzare la riparazione dei danni alle cellule nervose responsabili della malattia.

Il glaucoma, oggi, viene trattato con colliri che permettono di regolarizzare la pressione intraoculare o interventi chirurgici con laser. Questo nuovo collirio frutto della ricerca è un prodotto di origine naturale, testato con successo – sia in vitro che ex vitro e in vivo – che protegge e ripara le cellule nervose coinvolte nel glaucoma.

Come è nato? «Anni fa abbiamo trattato con un collirio da sangue cordonale circa un centinaio di pazienti affetti da forme severe di secchezza oculare – spiega la dottoressa Piera Versura, tra i coordinatori dello studio -. Tutti hanno riferito una riduzione del dolore e, grazie a questa osservazione, abbiamo intuito che il nostro ritrovato poteva anche avere degli effetti riparativi sulle cellule nervose danneggiate, grazie all’insieme di fattori di crescita che caratterizza, in natura, il sangue cordonale».

Il collirio si basa sull’utilizzo di una parte del sangue contenuto nei cordoni ombelicali donati al momento del parto da cui sono state prelevate le cellule staminali utilizzabili a fini di trapianto.

Un altro aspetto interessante della ricerca è che lo stesso collirio potrebbe portare benefici anche nel trattamento di altri disturbi oculari: «Nel sangue del cordone ombelicale, in modo specifico nel siero, ci sono una serie di fattori di crescita che sono in grado di esercitare un’azione riparatoria contrastando non solo il glaucoma ma anche altre malattie degenerative dell’occhio» sottolinea il professore dell’Università di Bologna Emilio Campos, altro coordinatore dello studio.

«Con questo collirio biologico – conferma la dottoressa Versura – abbiamo ottenuto un significativo valore aggiunto grazie all’uso del sangue cordonale, somministrando un farmaco che è il risultato dello sviluppo naturale di una nuova vita. Il sangue del cordone ombelicale – conclude la dottoressa – viene, infatti, prodotto in un periodo di elevata richiesta metabolica e potrebbe quindi rappresentare una potente combinazione di fattori trofici, cioè di quelle sostanze prodotte dall’organismo in grado di garantire la sopravvivenza delle cellule e di stimolarne la crescita».

Fonte: www.sanitainformazione.it